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BENVENUTO NEL POSTO DOVE PUOI RIFLETTERE SULL'ASPIRAZIONE DELLA TUA ANIMA>>il REGNO DEI CIELI, DOVE ESSA TROVERA LA QUIETE, LA CALMA, PER PENSARE, ADORARE, E CANTARE LE LODI AL SUO CREATORE.


Vedrete il Cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul figlio dell'uomo.


Gv 1, 43-51

Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Séguimi». Filippo era di Betsaida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».




giovedì 13 gennaio 2011

colloqui con il Cielo


colloqui con il Cielo

II giardino segreto di Natuzza è abitato da molte presenze celesti. La signora Alba Colloca l'ha scoperta più volte inginocchiata a gridare: «Come sei bello... Ti amo pazzamente... Dimmi cosa devo fare», dopodiché la donna le diceva di aver visto e parlato con Gesù. Questi colloqui si ripetono regolarmente nella settimana santa, quando Natuzza riceve la gioia dolorosa delle stigmate.

Vede Gesù come un uomo molto alto, di indescrivibile bellezza, sempre vestito di bianco, con i capelli biondi tendenti al nocciola, con una scriminatura al centro. Qualche volta si presenta anche nelle forme di un uomo povero e con molte ferite sanguinanti. Ma quello che più colpisce Natuzza è il suo sguardo che le attraversa l'anima e la riempie di gioia. Lei attende questi incontri «con la stessa ansia di una mamma che aspetta il ritorno del figlio da un paese lontano».

La Madonna le appare invece come una donna piccolina, giovane, dell'età di quindici o sedici anni, con i capelli neri e gli occhi scuri, con il volto tondo e dalla carnagione olivastra. È quindi diversa dalle classiche iconografie occidentali, dove la Vergine ha i capelli biondi e il volto diafano. E quando lo scultore Conrad Moroder di Ortisei presenta la statua lignea secondo le indicazioni di Natuzza, lei conferma la somiglianzà, «anche se la Madonna è molto più bella».

Una delle prime apparizioni che Natuzza ha raccontato risale al 17 gennaio 1944, quando improvvisamente la sua stanza si inonda di una luce azzurra e lucentissima e le appaiono la Madonna, Gesù e san Giovanni. Lei è turbata, teme di aver tradito la loro fiducia perché si è sposata. Rassicurata che avrebbe potuto fare bene il suo dovere di sposa e di madre, quelle figure sparirono, «e si udì per tutta la casetta un cupo rimbombo, come di un tuonare in lontananza». Spesso, invece, prima dell'esplosione di luce e della visione celeste, Natuzza avverte uno strano ronzio, come quello prodotto da un nido di api.

L'angelo custode è il compagno inseparabile della sua vita. Come tutti gli angeli che ha potuto conoscere, è un bambino bellissimo di otto o dieci anni, con i piedi sollevati da terra. Natuzza vede queste creature celesti collocate in una sorta di gerarchia spirituale, perché l'angelo delle persone consacrate, dei sacerdoti e delle suore, sta a sinistra, dando quindi loro la destra perchè li rispetta come rappresentanti del Signore; sta invece alla destra delle persone laiche, che in questo modo riconoscono la superiorità spirituale dell'angelo.

Si vuole una prova di questo? Un giorno si presentano a Natuzza due distinti signori. Il primo è uno studente di Medicina e il secondo un sacerdote gesuita. Entrambi avevano sentito parlare dei carismi di questa donna, volevano conoscerla e, nel caso, smascherarla come una fattucchiera ingannatrice. Per questo il prete si presenta in abiti civili e con un aspetto di giovane scanzonato.

A un certo punto il prete chiede consiglio a Natuzza: «Signora, io dovrei sposarmi presto con una bella ragazza della quale sono molto innamorato...». Natuzza non gli fa finire il discorso, si inginocchia e gli bacia la mano. «Signora, cosa fa?» «Le bacio la mano perché lei è un sacerdote di Dio, perché quando è entrato qui il suo angelo le dava la destra, essendo grande la dignità sacerdotale, mentre l'amico che l'ha accompagnata dava la destra all'angelo.»

Il gesuita, così come moltissime persone che hanno incontrato Natuzza in questi settant'anni, è rimasto colpito dal suo modo di parlare, al tempo stesso semplice e profondo, che testimonia una sapienza che un'analfabeta non potrebbe mai avere. Ma molti hanno potuto anche notare che, quando Natuzza risponde al suo interlocutore, spesso fissa un luogo alle sue spalle. E l'angelo che le sussurra le risposte (lei dice di vederlo anche muovere le labbra), che l'aiuta a centrare immediatamente il problema, che le suggerisce una diagnos i medica o un consiglio spirituale, che le fa uscire dal cuore parole, termini scientifici, concetti teologici che Natuzza non potrebbe mai aver appreso. E quando l'interlocutore è uno straniero, che le parla in inglese piuttosto che in francese, lei gli risponde nella sua stessa lingua.

I colloqui con l'aldilà

II suo angelo custode è anche in grado di dirle se un'anima si è salvata o se ha bisogno di particolari suffragi per abbreviare il tempo del suo ingresso in paradiso. Ed è questo uno dei motivi principali che hanno spinto in tutti questi anni milioni di persone a rivolgersi a Natuzza, per chiederle notizie dei propri cari defunti. Lei li vede come in carne e ossa, quasi sempre con i vestiti indossati nei loro ultimi giorni di vita, o addirittura con quelli della sepoltura.

Ma non li vede sempre, proprio perché non è una medium con capacità inventive e autosuggestive, che risponde quando sente il profumo dei soldi. L'angelo le dice subito la "posizione" del defunto nell'aldilà, ma possono anche passare mesi o anni prima che quell'anima si presenti a Natuzza, per darle messaggi per i suoi parenti viventi o notizie sul suo percorso spirituale nell'altro mondo.

«Le anime del paradiso» ha raccontato Natuzza «emanano spesso raggi luminosi e sono sempre lievemente sollevate da terra. Un giorno si è presentato un morto che ha detto di essere condannato al fuoco del purgatorio. Vedendolo tutto contento e sorridente gli dissi: "Adesso capisco perché sorridete: stando qui con me siete lontano dalle fiamme!". Lui rispose: "Ma le fiamme le porto addosso, sempre, anche in questo momento che parlo con te!". Non l'ho creduto e mi sono avvicinata, ho sentito un forte calore e ho avuto una bruciatura alla gola che il medico del paese mi ha curato per quaranta giorni.»

Sull'aldilà Natuzza racconta l'essenziale, in perfetta sintonia con la dottrina della Chiesa. I defunti le confermano l'esistenza del limbo, dove finiscono i bambini non battezzati e anche le anime buone di religioni non cristiane, che potranno vedere il Dio che non conoscono solo il giorno del giudizio universale. I defunti le confermano il giudizio di Dio, che decide, dopo la morte, se un'anima dovrà andare all'inferno, in purgatorio o in paradiso.

Ed è anche una deliziosa sorpresa scoprire dai racconti di Natuzza l'esistenza di due zone, che lei chiama "prato verde" e "prato bianco", una sorta di anticamera dove gli eletti sostano prima del paradiso, per prepararsi all'incontro con Dio. Ed è interessante ricordare che suor Anna Caterina Emmerich (1774-1824), grande personalità mistica tedesca, stigmatizzata e anche lei in relazione con le anime del purgatorio, parla di uno spazio di luce «sereno e verdeggiante», posto fra il limbo e il paradiso.

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