

Atti degli Apostoli.
L'ottimo resoconto, ancora del dottor Luca sull'opera dello Spirito Santo attraverso i fatti degli apostoli, contiene diverse promesse della seconda venuta di Cristo.
Il primo atto di Cristo assunto in cielo fu di inviare due messaggeri angelici, i quali annunciarono ai suoi discepoli: "Uomini galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi e assunto in cielo verrà nella medesima maniera che l'avete veduto andare in cielo" (Atti 1:11).
Inoltre, il primo sermone che Pietro predicò dopo la Pentecoste rammenta questa promessa data agli ebrei di Gerusalemme, molti dei quali senza dubbio avevano preso parte alla dimostrazione popolare per chiedere la morte di Cristo: "Ravvedetevi dunque e convenitevi onde i vostri peccati siano cancellati, affinchè vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e che egli vi mandi il Cristo che v'è stato destinato, che il Cielo deve ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, dei quali Dio ha parlato per bocca di tutti i Suoi santi profeti sin dal principio del mondo" (Atti 3:19-21).
Tredici lettere di Paolo.
Gli scritti dell'apostolo Paolo ebbero probabilmente una maggior influenza sulla Chiesa primitiva che non quelli di qualsiasi altro cristiano.
Queste epistole, lette e rìlette nelle chiese, furono accettate sullo stesso piano delle Sacre Scritture dell'Antico Testamento (2 Pietro 3:15-16). Paolo impartiva un insegnamento di profonda dottrina, un'esortazione pratica, una correzione ed istruzione di molti aspetti della vita cristiana.
Tredici volte egli cita il battesimo e solo due volte la Santa Cena, tuttavia menziona la seconda venuta del nostro Signore ben cinquanta volte. I Tessalonicesi è la prima lettera scritta da Paolo. In essa egli citò in ogni capitolo a quei giovani credenti la seconda venuta di Cristo (1:9-10; 2:19-20; 3:12-13; 4:13-18; 5:1-24).
Poi ripetè con ancor maggiori particolari questa citazione in 2 Tessalonicesi (1:6-10; 2:3-12).
Queste due epistole mostrano come fin dagli inizi dell'opera sua, e con insistenza, Paolo abbia insegnato senza ritardo ai nuovi convertiti la dottrina del ritorno di Cristo; infatti, egli rimase a Tessalonica solo tre settimane, prima che gli ebrei adirati lo cacciassero via.
L'amore dell'apostolo per la seconda venuta di Cristo traspare da queste parole piuttosto dure, dettate alla conclusione di 1 Corinzi 16:22 "Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema. Maràn-atà".
"Maràn-atà" significa "il Signore viene". Questa espressione ebbe una grande popolarità nel I secolo e diventò un modo comune di salutare e di congedarsi. I cristiani la includevano spesso nelle loro lettere e in alcuni casi anche i soldati ne fecero uso come motto, prima di partire per la guerra.
Il I secolo fu la più fervida ed evangelica generazione di cristiani della storia della Chiesa. Il cristianesimo diede al mondo pagano una così forte impronta che col III secolo esso fu riconosciuto come religione di Stato.
Tutte le lettere di Paolo, tranne due, contengono uno o più riferimenti alla seconda venuta di Cristo. E' sottintesa in Romani 11:25-27; è presentata chiaramente in 1 Corinzi 15:51-58, dove è spiegata la resurrezione; è menzionata in 2 Corinzi 1:13-14 e 5:6-10.
La lettera ai Galati, che contiene una profonda discussione dell'opera di Cristo compiuta sulla croce, non ha un chiaro riferimento alla seconda venuta, sebbene un'allusione all'evento appaia in Galati 1:3-5.
L'epistola agli Efesini presenta il cristiano in gloria, e "il giorno di redenzione" (Efesini 1:13-14 e 4:29-30) può soltanto significare il giorno della liberazione definitiva al ritorno in gloria di Cristo.
La lettera ai Filippesi contiene diversi riferimenti alla venuta del Signore, il più ampio dei quali è in Filippesi 3:20-21 : "Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove anche aspettiamo come Salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasformerà il corpo della nostra umiliazione, rendendolo conforme al corpo della sua gloria, in virtù della potenza per la quale egli può anche sottoporsi ogni cosa".
In Colossesi 3:4 si ha questa esaltante promessa: "Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria".
1 e 2 Timoteo sono come 1 e 2 Tessalonicesi; le lettere a Timoteo portano molti riferimenti alla venuta di Cristo. Infatti contengono due dei segni che sono manifesti oggi, i quali dimostrano già che siamo negli "ultimi giorni". Oltre a ciò, 2 Timoteo 1:9-11 e 4:1-8 menzionano la "Sua apparizione".
La lettera di Tito 2:12 contiene il consiglio di un servo di Dio veterano a un giovane predicatore, sul modo di servire l'opera del Signore nella Chiesa. Paolo lo invita a spingere la gente a rinunciare alle sue "empietà e mondane concupiscenze... per vivere in questo mondo temperatamente, giustamente e piamente".
Ebrei. Questa lettera contiene una magnifica presentazione di Cristo, come adempimento dei tipi e simboli dell'Antico Testamento.
Una delle promesse del ritorno del nostro Signore afferma: "Così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l'aspettano per la loro salvezza" (9:28).
Quando siano considerati gli scritti di Paolo nel loro insieme, troviamo che solo due su tredici omettono la dottrina della seconda venuta, e uno di questi è la lettera a Filemone, uno scritto personale di un solo capitolo.
Non si può pertanto contestare che l'apostolo Paolo fosse assolutamente certo che il suo Signore e Salvatore sarebbe ritornato una seconda volta su questa terra.
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