
La certezza della vita eterna beata si è manifestata solo negli ultimi libri dell'Antico Testamento. Precedentemente si considerava che i morti scendessero al "regno dei morti" o sheol, "luogo delle ombre", senza gioie.[senza fonte]
Nei libri dei Maccabei, libri deuterocanonici non inclusi nel canone ebraico, si esprime la certezza della risurrezione dei morti e della vita eterna. La retribuzione sarà secondo le opere di ciascuno.
Gesù ha presupposto molto chiaramente questo insegnamento in varie parabole e discorsi:
* Nel giudizio universale (Matteo 25,31-46).
* Al "buon ladrone" (espressione meglio tradotta come "delinquente pentito") Gesù promette il regno usando questa stessa parola: "In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso" (Luca 23,39-43).
Il termine appare anche in 2Cor 12,4: L'apostolo Paolo afferma di essere stato rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Nell'Apocalisse 2,7 il termine viene usato in riferimento all'Eden: Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.
La primitiva coppia umana fu posta in "giardino in Eden ( Genesi II, 8 e segg. ). Il Paradiso consiste nella visione beatifica di Dio . Secondo la " Benedictus Deus " di papa Benedetto XII " le anime dei santi vedono la divina essenza con visione intuitiva ed anche faciale , non essendovi di mezzo alcuna creatura che funga in ragione di oggetto veduto , bensì mostrandosi la stessa divina essenza immediatamente , nudamente, chiaramente e apertamete " . La visione di Dio è l'ultima meta delle aspirazioni dell'uomo e lo rende beato ( v. I Corinzi , XIII, 12 ; I Giovanni, III, 2 ).
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